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GEN 2016
L’architetto italiano Andrea Dragoni ha progettato l’estensione di un nuovo tratto della storica necropoli di Gubbio, che si trova appena fuori la città ai piedi del Monte Ingino sull’Appennino. Le pareti in pietra torreggianti disposte in sequenza, sono un richiamo alla disposizione lineare della città vecchia.
Il contrasto tra pieni e vuoti riprende i volumi della città di Gubbio, in particolare i vuoti hanno una valenza poetica e quasi spirituale affacciandosi sul cielo e lasciando entrare la luce. Tra le pareti si ritagliano quattro cortili di uguale dimensione.
Ci sono anche opere di artisti italiani come Sauro Cardinali e Nicola Renzi, che hanno arricchito gli spazi ispirati alle opere Skyspaces di James Turrell, come a creare dei locali comuni che indipendentemente dal cimitero possono essere vissuti.
Le pareti sono in travertino, materiale tradizionale dell’architettura italiana che appare in contrasto con la struttura a mattoni del complesso originale. E’ un omaggio alla tradizione e al materiale usato fin dai tempi degli Etruschi, antichi abitanti di quel territorio, come a voler reinterpretare il materiale per sottolineare la gravità dei volumi e al tempo stesso il loro carattere fortemente astratto.
L’ampliamento del cimitero Gubbio è il risultato dello studio di un nuovo modello di edificio pubblico che vuole ridefinire la funzione e il significato ma anche la centralità all’interno della struttura delle città.
La struttura composta da blocchi lineari e gli spazi aperti sottolineano il ritmo e la vocazione ad essere luoghi e aree pubblici . Sono spazi e “piazze del Silenzio” cubi evocativi che incorniciano il cielo e permettono di abbandonare la gravità della Madre Terra per acquisire una dimensione più aerea e spirituale.